Da tempo non si considera più unica l’intelligenza umana, ma si riconosce l’esistenza di intelligenze multiple. Spartiacque il volume dello psicologo statunitense Howard Gardner del 1983, Teoria delle intelligenze multiple, che ha sistematizzato innumerevoli forme di intelligenza sino ad allora solo esperite: linguistica, musicale, spaziale, cinestetica, corporea, oltre a quella logico-matematica, da sempre considerata la principale e tuttora predominante nei testi sul QI. Che ognuno di noi possieda e sviluppi una combinazione di tali intelligenze è consapevolezza necessaria a chi eserciti professioni psicologiche e d’aiuto. Negli interventi di questo ciclo di lezioni, condotte dai collaboratori della rivista “doppiozero”, la complessità dell’intelligenza è esplorata secondo le rispettive specializzazioni.
Andrea Giardina, saggista e scrittore, autore del volume Le parole del cane nell’intervento Chi è più intelligente? apre la prospettiva alla considerazione di intelligenze altre oltre alla nostra, l’umana, ma punta il dito sulla perdurante abitudine ad accordare maggiore intelligenza ai nostri animali domestici. Se è la complessità del linguaggio a distinguerci dagli altri animali, il successo evolutivo dell’homo sapiens non ci ha esentati da quella miopia prognostica pericolosa per la conservazione della nostra specie.
Giornalista scientifica, Alessandra Viola affronta un tema ancora controverso nel mondo accademico-scientifico: L’intelligenza delle piante. Una dozzina di anni fa un volume scritto insieme a Stefano Mancuso affrontava per la prima volta l’argomento, diventato oggi molto popolare. Tanti i pregiudizi sul mondo vegetale nel frattempo sfumati: la passività, la stupidità, il non sentire dolore. Caratteristiche di una specie senziente che mette in discussione l’intelligenza umana quale unico termine di paragone.
Non potrebbe mancare una lezione su Intelligenza artificiale e intelligenza animale, confrontate dal neuroscienziato Giorgio Vallortigara. Una serie di prove su chat GTP personalmente svolte interviene a dimostrare l’immenso corpus di dati a disposizione, ma anche gli attuali limiti dell’AI, alla quale manca ancora quella comprensione del significato esclusiva dell’intelligenza biologica. L’intelligenza, insomma, resta una questione di contesto. Per ora.
Dalla sua prospettiva di filosofo e tanatologo, esperto di digital death, Davide Sisto in Creatività e AI spiega come le tecnologie digitali stiano cambiando il nostro modo di affrontare il lutto e la memoria. Film, serie tv, videogames, prefigurano un domani in cui persone e fatti vivranno con noi ad libitum, in forme digitale. Un “foreverism” del quale bisogna saper vedere il rischio – tanto più in professioni educative – ovvero la cancellazione di quell’esperienza umana parte della vita stessa che è la morte.
L’invito a esercitare e praticare la nostra Intelligenza emotiva viene da Laura Campanello. La filosofia della sua formazione in metafora platonica è il buon cocchiere che conduce attraverso il sentiero della vita, tra razionalità ed emotività. Segreto per un’esistenza ricca, ora più desiderabile ora più tollerabile, sguardo su di sé che un terapeuta può offrire nella relazione d’aiuto. Con il consiglio dell’atto della scrittura per rallentare i pensieri e distillarne il senso, nel ritiro sociale, nell’ansia, nella depressione.